martedì 22 febbraio 2011

Gli Intoccabili di Brian De Palma

Gli Intoccabili sono degli agenti scelti, specializzati, che hanno il compito di riportare un po’ di ordine nella Chicago degli anni ’30 dilaniata dal problema del proibizionismo e dalla mafia corrotta e sanguinaria della banda di Al Capone (Robert De Niro).
L’incarico di “togliere l’immondizia dalla strada” è affidato ad Eliott Ness (realmente esistito, qui interpretato da Kevin Costner), uno sfortunato funzionario governativo federale, screditato dai suoi compagni e dall’intera polizia di Chicago.
Eliott è un uomo tutto d’un pezzo, rigoroso di giustizia e che non ha paura di guardare in faccia il crimine. Ha una moglie in dolce attesa e una nuova casa da sistemare per l’imminente allargamento della famiglia.
Ness non ha nessuno su cui poter contare, così decide di formare una squadra di uomini fidati: trova James “Jimmy” Malone (Sean Connery), un anziano sbirro di pattuglia di cui Eliott è rimasto colpito dal coraggio e dalla incredibile incorruttibilità. Jimmy inizialmente stenta, ma poi capisce che non ha niente da perdere e accetta pur di togliere di mezzo Capone.                          

Al team si aggiungono l’italoamericano Giuseppe Petri, detto George (Andy Garcia) e il ragioniere/contabile Oscar Wallace (Charles Martin Smith).
Questa squadra composta da un federale, due sbirri e un contabile prima è oggetto di risate dei colleghi, poi si dimostra testarda, tenace e sfrontata, fino a diventare incorruttibile, “intoccabile” appunto. I protagonisti ne vedranno delle belle, a partire dall’assalto ad un magazzino colmo di liquori illegali, passando  al vincente (ed avvincente) raid sul confine canadese, fino alla famosa lotta tra bene e male (Ness vs. banda di Capone) sulla scalinata della stazione dei treni, terminando col processo in tribunale di Capone, con la arcinota esclamazione di De Niro: “sei solo chiacchiere e distintivo!”                                                                 Tutto si risolve con un lieto fine dove Ness al termine del proibizionismo va a farsi una bevuta , ma la vicenda è travagliata e dolorosa in molti punti: all’inizio muore una bambina nell’esplosione di un locale; da ricordare la pazzia del boss mafioso che non guarda in faccia nessuno; le varie minacce degli scagnozzi di Capone a Ness e alla sua famiglia; la morte violenta del contabile in ascensore e del caro vecchio irlandese Jimmy nella sua casa; non tralasciando l’inseguimento senza sosta tra Ness e Nitti, con la peggior sorte dell’ultimo.
                                                                                       


E’ un film avvincente da qualunque punto di vista, probabilmente il miglior film di De Palma.                

Un ritratto eccezionale di un grande uomo quale è stato Eliott Ness, colui che mise in ginocchio Al Capone, anche se gran parte del merito andrebbe al suo contabile che è riuscito a smascherarlo per frode fiscale.
Una ricostruzione perfetta di una città in uno dei suoi periodi più neri tra mafia e proibizione di alcoolici. Bellissime le scenografie di Patrizia Von Bradenstein e stupendi gli abiti di Armani.
Una magnifica interpretazione di Sean Connery di un poliziotto che per tutta la vita ha avuto come motto personale la giustizia. E’ il ritratto perfetto dell’uomo non corruttibile. Riesce così bene che le interpretazioni di James Bond potrebbero passare di secondo piano. La scena della sua morte è grandissimo cinema!
Tutti bravi, ma bravissimo anche De Niro, che segna uno dei passi fondamentali della sua carriera camaleontica interpretando uno dei criminali più sfrontati e malvagi d’America… ma non è a livello di Connery. In quell’anno del 1987 tra i due si può di certo inserire il fortissimo e severissimo serg. Hartman di “Full Metal Jacket”, uno dei personaggi meglio riusciti di tutti i tempi.
Il film fu poco corteggiato per la notte degli Oscar, che ottenne la miseria di 4 nomination con l’unica vittoria stra meritata di Connery come attore non protagonista.
Sicuramente sarà stato così perché quello fu l’anno de “L’ultimo imperatore” del nostrano Bertolucci… certo che la colonna sonora di Ennio Morricone è straordinaria!