mercoledì 27 aprile 2011

Scusa ma ti chiamo amore

Niki (Michela Quattrociocche) è una ragazza di 17 anni: bella, mora, solare, indifferente allo studio e le piace godersi la vita. E’ molto attaccata alle sue tre amiche Diletta, Olly ed Erica, ed insieme formano un gruppo chiamato “le onde”. Un giorno Niki andando a scuola con lo scooter sbanda sulla macchina di Alex (Raoul Bova), un uomo sulla quarantina che fa il pubblicitario. Questi è appena stato mollato da Elena, la sua ragazza storica, che all’improvviso ha deciso di prendersi una pausa di riflessione un po’ strana. Alex ultimamente è un po’ frustrato, e i suoi amici, che gliene combinano di tutti i colori, di certo non gli danno una mano. Dopo l’incidente con Niki succedono una serie di episodi: lui è costretto da lei ad accompagnarla a scuola per poi riprenderla al suono dell’ultima campanella (lei vuole tenere nascosto suoi l’incidente della moto)… lei se ne innamora subito, a prima vista, perché è un uomo maturo, è attraente, ha fascino, piace alle donne ( te credo, è Raoul Bova! XD) e fa di tutto per stare sempre occupata con lui… per Alex lei è un impedimento, come una ragazzina testarda e rombi palle che gli sta incasinando la vita.. però col passare del tempo le si dimostra una buona e saggia amica, e lo aiuterà anche in una sfida di lavoro… così succede che anche Alex casca nella trappola e si innamora della ragazza sbarazzina, più giovane di 20 anni, in occasione di un pomeriggio in spiaggia.
L’amore che sboccia tra i due è visto in maniera curiosa da tutte le persone che circondano i due protagonisti, ma che non lo vedono come un impedimento o come una cosa malsana, anzi, sembrano pure invidiarli, lei perché sta con un uomo maturo, lui perché sta con una molto più giovane… e che c’è di male in fondo!
La storia va verso la conclusione tra mille vicissitudini: lui vince la sfida di lavoro, la sua ex ritorna improvvisamente senza chiedere scusa, e si scopre che era stata con lo sfidante di Alex.
Proprio per il rientro della ex l’amore tra i nostri due protagonisti prende una sosta, soprattutto a causa di lui. Passeranno dei momenti difficili, anche perché lei è impegnata alla preparazione degli esami e all’assistenza di una delle “onde” finita grave in ospedale. Tutto si risolverà per il meglio, come in gran parte delle storie d’amore. Alex e Niki ritrovano la scintilla sulla cima di un faro che segna la nuova luce splendente del loro amore.   
I genitori di lei, pur conoscendo di vista Alex non fanno obiezioni sulle scelte della figlia e approvano la relazione. Questo ai giorni nostri può sembrare un tantino irreale. Qualunque genitore sano di mente si preoccupa, almeno per un po’, del futuro della figlia, soprattutto se è molto giovane come in questo film. La preoccupazione cresce ancora di più se il partner della figlia è un po’ più grande di lei, in questo caso quasi 20 anni di differenza.
Stranamente in questo sceneggiato la cosa non provoca tanto scandalo, anche perché gli unici che sembrano un po’ più preoccupati degli altri sono gli amici, che come detto prima non vedono la cosa come un problema e che addirittura vorrebbero cimentarsi in Alex e Niki.
Fin qui la cosa è abbastanza irreale. Ma siccome è un film, cioè pura fantasia che può dissociarsi dalla realtà, lo scandalo amoroso è permesso, eccome, a mio avviso.
Non è detto che un film, come spesso succede, debba dipingere in tutto e per tutto la realtà. Anche perché la realtà, come spesso accade, assume più sfaccettature: può essere che nel mondo odierno esista una situazione alla pari di “Scusa ma ti chiamo amore”.  
 Evidentemente il regista, nonché, prima ancora, scrittore del libro, Federico Moccia, o ha potuto vivere in prima persona una situazione del genere, magari esterno alla vicenda, oppure, come sembra più probabile, ha assunto una spiccata fantasia che l’ha portato ai limiti del consentito.
Federico Moccia si può dire abbia fatto nuovamente centro con il suo stile. E’ uno scrittore di romanzi giovanili, adolescenziali, che ama tramutarli in film dove chi non legge molti libri, o preferibilmente di quel genere, può appassionarsi maggiormente.
Molte volte, anzi è meglio dire tutte quante, i suoi lavori vengono mal interpretati e giudicati, di conseguenza criticati, per il semplice fatto che non è un genere che tutti gradiscono e amano.
Moccia punta specialmente ad un pubblico femminile che non può fare a meno di catapultarsi dentro a storie d’amore da sogno, che tutte le ragazzine non riescono a fare a meno di desiderare vivere. E il nostro caro Federico è un tipo furbo, ingegnoso, metodico, e sa come arrivare nella testa e al cuore delle sue giovani fan. Il prototipo dei suoi libri, nonché dei suoi film, è sempre quello, non cambia mai, ed è vincente: usa come protagonisti una ragazza, preferibilmente mora, quindi non la solita scontatissima bionda vamp e un po’ sciocchina, ma una donna comune, che deve per forza di cose essere bellissima, con un carattere degno da contrastare l’animo maschile, fino a fargli perdere la testa. L’uomo, ribelle o dolce che sia, oltre a essere bello e dotato, deve saper fulminare la propria partner con lo sguardo, facendola diventare pazza d’amore. Questo riprende un po’ lo schema dei canti d’amore greci e latini, come Orfeo ed Euridice, Amore e Psiche, Enea e Didone….
Fortunatamente l’epilogo dei film di Moccia non è tragico come quello delle mitologie antiche, e non c’è da meravigliarsi, perché questo non è il classico film dove il pubblico preferisce la conclusione maledetta tra i due protagonisti, ma pretende l’arcinoto “lieto fine”, quindi qualcosa di semplice, volendo banale, ma più volte già visto.
Poi i due amanti vengono scortati dagli amici, anche loro succubi dell’incanto d’amore (come se il dio Eros stesse lì a punzecchiare tutti con le sue frecce incantate), ma la cosa che fa impazzire le donne, e allo stesso tempo innervosire gli uomini, è che gli amici di lui non possono fare a meno delle amiche di lei, arrivano a rendersi ridicoli, a volte imbarazzanti, pur di riuscire nel loro intento amoroso e sessuale. Le amiche di lei di solito ridono guardandoli, e sembra che se ne vadano disinteressate.. ma anche loro non possono farne a meno, quindi ritornano. 
Questo è il mondo femminile, e Moccia è astutissimo, si inserisce nell’animo delle donne con mano lesta e occhio vivo. "Scusa ma ti chiamo amore" a mio avviso è un buon film, non è impegnativo, come la gran parte dei film d'amore, ma è proprio questo il punto, è proprio per questo motivoe va apprezzato per quello che è.

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